Si considera potabile un ’acqua che non contiene microrganismi o altre sostanze in concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute dell’utente. Si tratta, quindi, di un’acqua salubre e pulita.
Inoltre, possiede alcune caratteristiche organolettiche, tra le quali limpidezza, trasparenza, assenza di colore e odore, che le conferiscono un senso generale di gradevolezza e di rinfresco, legittime aspettative da parte del consumatore.
Per assicurare un’acqua salubre e pulita al cittadino, le normative, europee e nazionali, definiscono i requisiti minimi di potabilità, che devono essere attentamente valutati attraverso il monitoraggio di numerosi parametri chimico-fisici, per ognuno dei quali è stato fissato un limite di concentrazione o un valore di performance.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito valori di riferimento per 5 parametri microbiologici, 7 metalli con implicazioni sanitarie, presenti naturalmente nelle acque, 21 composti chimici di origine industriale con implicazioni sanitarie, 2 composti chimici da attività agricole con implicazioni sanitarie, 32 pesticidi utilizzati in agricoltura, 20 composti derivanti dal trattamento delle acque e 6 composti provenienti da fenomeni di cessione delle tubazioni.
A questi valori, si aggiunge la normativa nazionale, che fissa i “valori di parametro” per 2 parametri microbiologici, 26 parametri chimici di origine agricola e industriale, con implicazioni sanitarie, 18 parametri indicatori che non hanno effetti sanitari e 2 parametri radioattivi di origine naturale.