Fondazione di Storia di Vicenza, in collaborazione con Viacqua, presentano il nuovo volume “L’acqua nel territorio vicentino. Storia e ambiente negli anni Duemila” (FrancoAngeli). Appuntamento il 9 febbraio alle 17.00, nella sede della Fondazione, in contrà San Francesco 41.
Il libro è stato curato da Filiberto Agostini e conta sul contributo di una decina di esperti e addetti ai lavori, tra i quali anche il presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman.
«Abbiamo voluto inserire questo nuovo volume nella nostra collana “Storia delle Venezie” – è il commento del presidente della Fondazione di Storia, Paolo Scaroni -, non solo in quanto l’acqua è da sempre elemento fondamentale della storia e dello sviluppo di ogni civiltà, e in particolare di quella Veneta, ma anche perché siamo consci di come questa risorsa influirà sul nostro futuro. In tal senso le società e i consorzi di tutela dell’acqua svolgono e svolgeranno un ruolo di estrema importanza».
Al presidente Castaman spetterà il compito di introdurre la serata. Seguiranno le relazioni di Andrea Crestani, direttore di ANBI Veneto, l’associazione regionale che riunisce i consorzi di bonifica e che provvede alla pianificazione, al coordinamento e all’organizzazione delle attività, e di Mara Thiene, docente ordinario del Dipartimento di territorio e sistemi agro-forestali (Tesaf) dell’Università di Padova.
Le conclusioni saranno infine affidate a Filiberto Agostini.
«Nel suo impegno a sostenere la ricerca relativa alla risorsa idrica nelle sue molteplici forme – è il commento del Presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman - abbiamo rinnovato il sostegno alla Fondazione di Storia con l’intento di completare il racconto del profondo legame che il territorio vicentino da sempre ha con l’acqua. Il volume esplora i forti mutamenti avvenuti nel corso degli anni Duemila, che ci hanno visto passare dall’alluvione del 2010, alla scoperta, nel 2013, dell’estesa contaminazione da Pfas, finendo agli ultimi anni con l’accentuarsi del deficit idrico. In questo racconto abbiamo evidenziato il ruolo di un gestore idrico chiamato ad assicurare investimenti e opere fondamentali alla conservazione e protezione dell’acqua da inutili sprechi e utilizzi impropri».
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