In un mondo sempre più antropizzato e industrializzato l’obiettivo “PFAS zero” potrebbe essere un’utopia. Per fortuna oggi, a decenni ormai dalla scoperta dei primi composti Perfluoroalchilici, la conoscenza di queste molecole e del loro comportamento chimico-fisico è nettamente migliorata.
È servita però la scoperta del più grande caso di contaminazione delle falde acquifere d’Europa perché si facesse luce su un gruppo di sostanze per molti anni ritenute miracolose per le proprietà idrorepellenti e di resistenza al calore.
Ne hanno parlato con Legambiente Vicenza il Presidente di Viacqua Giuseppe Castaman, il Direttore Generale di Viacqua Alberto Piccoli e il Direttore del Centro RIVE di Viacqua, Paolo Ronco.
Dalle opere emergenziali che si stanno realizzando tra le province di Vicenza, Padova e Verona per portare acqua priva di Pfas alla zona rossa della contaminazione, la serata ha permesso anche di raccontare l’impegno diretto del gestore idrico nella lotta ai Pfas e più in generale ai contaminanti emergenti, attraverso un approccio basato sulla gestione preventiva del rischio.
Si è così parlato dello studio delle fonti di pressione che insistono sulle falde vicentine e venete svolto dal Centro RIVE, preludio per lo sviluppo dei Piani di Sicurezza delle Acque e degli interventi predittivi e preventivi che è possibile programmare. C'è stato tempo anche per citare il recente finanziamento europeo per il progetto LIFE Capture, 5 mln di euro e 8 partner da Belgio, Italia, Olanda e Svezia che nei prossimi 5 anni svilupperanno studi e soluzioni innovative per la lotta alle sostanze perfluoroalchiliche.