Acqua erogata dall'acquedotto
Viacqua effettua il monitoraggio periodico delle reti di distribuzione e di tutte le fonti di approvvigionamento del sistema acquedottistico anche per la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS).
I risultati confermano che le concentrazioni di queste sostanze nell’acqua di acquedotto distribuita da Viacqua non solo sono entro i limiti stabiliti dalle autorità competenti ma anche, quasi ovunque, ad di sotto della soglia di rilevabilità degli strumenti. Nella sezione Qualità dell'acqua è possibile consultare i dati specifici per ciascun Comune e ciascuna via.
Le tracce di pfas rinvenute presso alcuni punti di approvvigionamento, ben al di sotto dei limiti stabiliti, sono all'attenzione del gestore e delle autorità ambientali e sanitarie locali.
Nel Veneto già dal 2017 sono stati fissati limiti alle concentrazioni delle sostanze perfluoroalchiliche nell'acqua potabile (DGRV 1590/2017 e ss.mm.ii) e, anticipando le scadenze della normativa nazionale (12 gennaio 2026), la Regione del Veneto ha reso obbligatori i limiti normativi sui pfas previsti dal D.Lgs. 18/2023 fin dalla data di pubblicazione dello stesso (21 marzo 2023).
Cosa sono i PFAS
Le sostanze perfluoalchiliche (PFAS) sono sostanze chimiche di sintesi utilizzate principalmente per rendere resistenti alle alte temperature, ai grassi e all'acqua vari materiali. Questi composti sono caratterizzati da una notevole persistenza nell’ambiente, da una notevole mobilità e da una non trascurabile capacità di bioaccumulo. Possono essere trovati nell'aria, nel suolo e nell'acqua nelle aree dove sono presenti produzioni di PFAS ma possono anche provenire da altre sorgenti di emissione, quali industrie che utilizzano PFAS, discariche, ecc.
Per quanto riguarda i possibili effetti sulla salute di questa sostanze, puoi consultare i seguenti link:
ULSS Vicenza - pfas: www.aulss8.veneto.it/servizi/cittadino/animali-natura-e-ambiente/pfas-sostanze-perfluroalchiliche/
ULSS Verona - pfas: https://sian.aulss9.veneto.it/Inquinamento-PFAS
Qual è l’area interessata
Nel corso dell’estate del 2013, a seguito di alcune ricerche sperimentali condotte dal CNR-IRSA sulla diffusione di potenziali inquinanti emergenti effettuate su incarico del Ministero dell’Ambiente nel quadro di un progetto europeo, è stata ricercata la presenza di PFAS in alcuni ambiti del territorio regionale.
La loro presenza è stata rilevata in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili nelle province di Padova, Verona e Vicenza. Da allora il monitoraggio è proseguito in modo costante e molte azioni sono state implementate per eliminare i PFAS dall'acqua potabile.
La Regione Veneto ha definito diverse aree di impatto interessate dalla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche:
-la zona di massima esposizione sanitaria è definita zona rossa;
-l'area in cui sono stati rilevati PFAS nelle captazioni autonome censite è definita zona arancione;
-l'area di attenzione per acque superficiali e sotterranee inclusive dell’uso irriguo e per abbeverata è definita zona gialla.
Vedi la delimitazione delle aree di impatto definite dalla Regione Veneto con la DGRV 691/18.
Nel territorio gestito da Viacqua i comuni interessati sono: Altavilla Vicentina, Arcugnano, Creazzo, Monteviale, Noventa Vicentina, Sossano, Sovizzo, Trissino, Vicenza. Solo il Comune di Noventa Vicentina è stato inserito nell'area di massima esposizione sanitaria (la cosiddetta “zona rossa”).
Negli ultimi anni sono state rilevate tracce di PFAS anche in fonti di prelievo poste al di fuori del plume di contaminazione rilevato nel 2013, pur nell'ampio rispetto dei limiti indicati dalle autorità competenti e dei più restrittivi livelli di performance regionali definiti dalla DGRV 1590/17.
Consapevole che questo tipo di sostanze sono per lo natura ubiquitarie, molto mobili e persistenti nell’ambiente, oltre che molto utilizzate dall’industria manifatturiera di ogni tipo, Viacqua sta monitorando attentamente il fenomeno, per capire quale tendenza possa avere nel tempo e nell'area geografica di riferimento e ha incrementato a tal fine le frequenze di campionamento nei distretti interessati.
I dati sono stati inoltre condivisi con ARPAV, titolare dei controlli ambientali, per valutazioni sulle fonti della contaminazione, e con le ULSS competenti, che a loro volta svolgono campagne di monitoraggio.